I ponti di Ovada
di Federico Borsari - 12 Marzo 2025
Era da tempo, almeno un paio di anni, che si parlava di lavori da effettuarsi ai due ponti che dalla Piazza Castello, scavalcando i nostri due torrenti, l'Orba e lo Stura, collegano la città, da una parte, con la Strada Provinciale n. 155, con Novi Ligure e, dall'altra, con la Strada Provinciale n. 200, con Rivalta Bormida (dalla località "Borgo" di Ovada si diparte, poi, la Strada Provinciale n. 185 "della Valle dell'Orba" che conduce fino ad Alessandria).
Come si sa (o si dovrebbe sapere), questi ponti (e la loro manutenzione), così come le citate strade provinciali, sono di competenza dell'Amministrazione Provinciale di Alessandria. Le Provincie, purtroppo, a causa di trascorse modifiche alla legislazione, sono state trasformate in Enti di Secondo Livello ("Legge DelRio" -Governo Renzi- n. 56 del 7 Aprile 2014) e svuotate di competenze e fondi. Questo "declassamento" ha fatto sì che le Provincie italiane (ed anche quella di Alessandria) non riuscissero più ad avere "fondi propri" necessari per le manutenzioni delle strutture (tra cui anche strade e ponti) ed i risultati si sono visti (e si vedono tuttora). Da qualche anno i vari Governi succedutisi alla guida del Paese hanno valutato di ri-concedere alle Provincie lo "status" di Ente di Primo Livello, ma le proposte sono ancora all'esame del Governo (si spera che la modifica legislativa venga approvata entro quest'anno 2025).
E' quindi per questo motivo che da circa un decennio, le strutture viarie provinciali del nostro territorio risultano assai carenti di manutenzione e, soprattutto per ciò che riguarda i ponti, a parte qualche intervento "spot", la necessità di lavori approfonditi si è fatta alquanto urgente.
L'iter burocratico per l'effettuazione dei lavori sui due ponti ovadesi è iniziato da qualche anno, ma per le cause che abbiamo prima citato, solo oggi si può apprendere, con molta soddisfazione, che i lavori, finalmente, verranno iniziati a giorni ed inizieranno dal ponte sul torrente Stura (quello che conduce in via Novi).
Nell'Ottobre dell'anno 1969, lo storico Gino Borsari dedicava un suo articolo (pubblicato su "Il Monferrino" e che trovate su di un'altra pagina di questo sito) alla costruzione dell'allora "nuovo" ponte sullo Stura. Si trattava di un ponte nuovo di zecca (che è quello oggi oggetto di manutenzione) che sarebbe andato a sostituire il vecchio ponte, le cui origini risalivano al 1696, era stato ampliato ed "ammodernato" nell'Ottocento e che, dopo quasi tre secoli di onorato servizio, non era, evidentemente, più in grado di svolgere la sua funzione.
Nel 1969 avevamo quattordici anni ed il "nuovo" ponte lo abbiamo visto nascere. La notizia dei prossimi lavori di manutenzione ci conforta molto e ci dà anche l'occasione di parlare un po' dei ponti che "circondano" il nostro centro cittadino e che, dobbiamo sottolinearlo, consentono alla nostra città di comunicare con i territori vicini.
Ma quanti, e quali, sono i ponti che "circondano" il nostro centro abitato?

Nella mappa qui sopra (Credit: OpenStreetMap) sono evidenziati in ordine di importanza. Il primo è quello che da Piazza Castello immette sulla Via Novi. Il secondo è quello che dalla Piazza Castello si collega con "Il Borgo", da cui si dipartono le strade per Rivalta ed Alessandria. Il terzo è il cosidetto "Ponte di San Paolo", sull'Orba, che dalla Via Ruffini si collega con la Strada Provinciale n. 204 ("della Priarona" per Cremolino e, poi, Acqui Terme). Il quarto è quello che dalla Strada Statale n. 456 (via Voltri) immette nella Strada Provinciale n. 170 (per Gavi via Belforte-Lerma-Mornese) e conduce al Casello dell'Autostrada A26. Il quinto ponte è ferroviario; appartiene alla linea Ovada-Alessandria, è comunemente denominato "Ponte della Veneta" ed attraversa il torrente Orba in località "Orti".
Storicamente, nei tempi antichi, in Ovada l'attraversamento dei torrenti avveniva tramite "guadi". Gli unici ponti esistenti erano i due che si trovavano alla base del castello e collegavano Ovada con le strade provenienti dall'"estero". In effetti Ovada era l'ultimo avamposto della Serenissima Repubblica di Genova; ad un "tiro di schioppo" verso Nord si entrava in territori "stranieri" (Silvano d'Orba e Roccagrimalda) e, a seconda dell'epoca, anche ostili. I due ponti, ognuno dei quali era dotato di una "porta" di ingresso alla città, erano sorvegliati, protetti e difesi dal castello sovrastante; in tempi di pace consentivano il transito di mercanzie e persone (previo pagamento delle dovute "gabelle" alla Repubblica di Genova); in tempi bellici diventavano ostacoli insormontabili.
Ma vediamo, storicamente, i nostri ponti uno per uno.
1 - Il Ponte sullo Stura (Ponte di Via Novi)
I primi riferimenti documentali relativi a questo ponte risalgono al 1696, precisamente al 31 Luglio, quando Gerolamo Spinola, "Magistrato sopra li Negozi delle Comunità per la Serenissima Repubblica di Genova", comunicava al Capitano Giusdicente di Ovada la decisione di affidare al "Maestro" Antonio Migone i lavori per la realizzazione di un ponte sul torrente Stura. Non sappiamo se si trattasse di un ponte totalmente nuovo che andava a sostituire un guado oppure se fosse l'"ampliamento" od "ammodernamento" di un ponte già esistente. In ogni caso, la struttura-base di quel ponte rimase tale fino al 1969.
In origine si trattava di un ponte, ovviamente in muratura, a mezza schiena d'asino con due arcate principali e due secondarie, meno ampie, a sostenere la rampa. In questa stampa del 1838 lo possiamo vedere evidenziato (Credit: Archivio Storico Borsari):

Nella stampa sono ben visibili anche i ruderi del castello e la chiesa parrocchiale, che allora aveva ancora un solo campanile.
Negli anni tra il 1850 ed il 1855 quel poco che rimaneva del vecchio castello fu demolito e fu effettuato lo sbancamento dello sperone roccioso per ottenere quella che oggi si chiama Piazza Castello, allo stesso livello dei due ponti. Contemporaneamente fu realizzata la strada (Lungo Stura Oddini) che dalla piazza conduce alla Piazzetta Stura e fu messa in cantiere la "nuova" circonvallazione, che oggi si chiama Lung'Orba Mazzini e che fu completata una ventina di anni dopo. I materiali di risulta dalla demolizione del castello e dallo sbancamento vennero utilizzati per la realizzazione di queste strade.
L'intervento urbanistico fu, per quell'epoca, molto importante (ed impattante) poichè prospettava l'apertura di due importanti nuove vie di comunicazione. Una era, appunto, la nuova circonvallazione, che avrebbe consentito ai traffici commerciali di "bypassare" il centro di Ovada per potersi collegare direttamente alla nuova strada (allora in costruzione) che, attraverso il Passo del Turchino, portava a Genova e che fu ultimata nel 1870. La seconda era la tranvìa Novi-Ovada, anch'essa in progettazione (entrò in servizio nel 1875) e che prevedeva proprio nella nuova Piazza Castello l'ubicazione del suo capolinea ovadese.
E' evidente che, in una tale prospettiva, anche i due ponti dovevano essere "adattati" e "rivisti", poiché le loro caratteristiche non avrebbero consentito un agevole transito dei traffici commerciali che, a quell'epoca, si stavano notevolmente moltiplicando ed intensificando.
la prima cosa da fare era "allargarli" ed eliminare le mezze schiene d'asino (le rampe di accesso in salita) che creavano problemi soprattutto sul ponte dello Stura, su cui sarebbe transitata la tranvìa. Fu così che, negli anni tra il 1860 ed il 1870, furono realizzati i due terrapieni ed i due ponti furono "allungati" ed "allargati".
Il ponte sullo Stura, adeguatamente "rimodernato", rimase tale fino al 1969 quando, dopo la realizzazione del nuovo ponte, venne demolito. Nel 1969 il vecchio ponte si presentava così (Foto: Gino Borsari):

Bisogna dire che quel ponte era ormai diventato assolutamente insufficiente ed inadeguato alla mole di traffico veicolare e commerciale di quell'epoca e sempre più si verificavano incidenti in caso di "incrocio" tra veicoli troppo "larghi", con conseguenti blocchi ed inconvenienti alla circolazione (Credit: Accademia Urbense):

Nel 1969, quindi, si iniziò la costruzione del nuovo ponte, che sorse al fianco ed a monte del precedente. Di seguito immagini della costruzione e del collaudo (Credit: Accademia Urbense):



Il vecchio e storico ponte rimase per qualche tempo a fianco di quello nuovo ed in Ovada ci fu anche qualcuno che propose di mantenerlo attivo facendolo diventare un ponte pedonale. La questione fu esaminata e dibattuta mentre, ovviamente, il ponte si deteriorava.

Alla fine, dopo qualche anno, venne decisa la demolizione e la motivazione fu che, essendo le arcate del vecchio ponte troppo "massicce" e sfalsate rispetto a quelle del ponte nuovo, esse sarebbero state di ostacolo al deflusso delle acque in caso di piena. Il ponte fu quindi demolito e, con il senno di poi, possiamo dire che (pur con tutto il rispetto nei confronti dei suoi quasi trecento anni di vita) fu la soluzione migliore poiché se fosse rimasto in piedi, i danni che fece l'alluvione del 7 Ottobre 1977 sarebbero stati molto più disastrosi di quanto in effetti furono.
2 - Il Ponte sull'Orba (Ponte del Borgo)

Nella già vista stampa del 1838 è presente un ponte sul torrente Orba, più "lungo" dell'altro ma che risulta di impostazione architettonica e fattura molto simili. Non abbiamo riferimenti storici documentali in merito ma, viste le caratteristiche, possiamo tranquillamente ipotizzare che anche questo ponte sia stato realizzato verso la fine del Seicento (o inizio Settecento) e progettato dallo stesso Maestro Antonio Migone il quale, per inciso, era uno dei progettisti "ufficiali" della Repubblica di Genova.
Anche questo ponte, come abbiamo detto, in occasione della realizzazione della Piazza Castello tra il 1850 ed il 1860, fu adeguato, "ammodernato" ed allungato, ma la sua vita fu più breve rispetto al suo "fratello" dello Stura. Nei primi Anni Trenta del Novecento, la sua struttura si presentava così (Cartolina dell'epoca):

In occasione del disastro del 13 Agosto 1935, quando il crollo dello sbarramento secondario di "Sella Zerbino" della "Diga di Ortiglieto" causò una colossale ondata di piena che fece, solo in Ovada, oltre cento morti, esso venne travolto. Ecco ciò che ne rimaneva il giorno dopo la tragedia (Credit: Accademia Urbense):

Il ponte fu subito ricostruito (Cartolina dell'epoca):

Questo ponte è quello ancora attualmente esistente ed utilizzato. Nel corso degli ultimi decenni sono stati effettuati alcuni interventi di adeguamento alle norme di sicurezza (rialzo dei marciapiedi, rifacimento delle protezioni laterali, ecc.) ma, nonostante tutto, i suoi 90 anni di età rendono necessari interventi di manutenzione straordinaria ben più "profondi" rispetto a quelli che interesseranno il ponte sullo Stura, tant'è vero che se per il ponte sullo Stura si prevede il mantenimento della circolazione veicolare con senso unico alternato, per questo "vecchietto" si prevede una chiusura totale al traffico (fors'anche pedonale) che potrebbe durare anche per tutto il prossimo periodo estivo.
3 - Il Ponte "di San Paolo"
il cosidetto "Ponte di San Paolo" ha 91 anni. Fu realizzato nel 1934 per sostituire un "guado con passerella" che esisteva nello stesso luogo (un centinaio di metri più a valle) da diversi secoli. Fino ad allora, infatti, per raggiungere Grillano e, attraverso le strade "dei Belletti" e "della Priarona", Cremolino, si doveva atraversare il torrente Orba tramite un guado (per i carriaggi) ed una passerella (per i pedoni). Questa passerella, denominata "Piànca déi Carlini" e di cui vediamo una foto qui sotto (Credit: Archivio Gino Borsari), era molto frequentata ma, anche, molto pericolosa, soprattutto quando il torrente era in piena.

La denominazione "popolare" del ponte trae, infatti, origine da un fatto storico avvenuto proprio su quel guado e che riguarda il nostro Santo Patrono, San Paolo della Croce.
Paolo Francesco Daneo, futuro San Paolo della Croce, era nato in Ovada nel 1694, qui trascorse i primi anni della sua infanzia e qui, come tutti i bambini di Ovada, trovò modo di espletare i primi divertimenti tra cui, ovviamente, "andare al fiume" per giocare. Un giorno, all'età di sei-sette anni, Paolo si trovava a transitare, insieme al fratello minore Giovanni Battista, proprio sul guado quando furono travolti da un'improvvisa piena del torrente. Entrambi rischiarono di soccombere, ma la tradizione dice che riuscirono a salvarsi grazie ad un miracoloso intervento della Madonna. Fu proprio in ricordo di questo avvenimento che nel 1934, appena ultimato il ponte, esso venne ufficiosamente denominato "Ponte di San Paolo" e fu realizzata una piccola edicola votiva che si trova all'inizio del ponte sul lato sinistro (Credit: Accademia Urbense):

Questo ponte fu realizzato secondo tutte le allora più moderne tecniche costruttive in materia di ponti, tecniche che vennero messe a dura prova neppure un anno dopo la sua costruzione.
Anche questo ponte fu, infatti, investito dalla paurosa ondata di piena del 13 Agosto 1935 (crollo della diga di Ortiglieto) ma mentre tutto ciò che gli stava intorno venne spazzato via, esso resistette brillantemente. Ecco come si presentava il giorno dopo (Credit: Accademia Urbense):

Questo ponte è ancora lì ed è oggi interessato da un traffico veicolare assai intenso da e per Acqui Terme. Negli ultimi decenni è stato rinforzato e dotato di nuove e più aggiornate misure di sicurezza (barriere parapedonali, nuova illuminazione, ecc.).
4 - Il Ponte "di Belforte"
Sulla costruzione del cosidetto "Ponte di Belforte", chiamato così perchè da esso si diparte la strada che conduce a Belforte Monferrato, abbiamo poche notizie. Quasi certamente il primo ponte fu realizzato nel 1870, in concomitanza con la realizzazione della nuova strada "per Voltri" (attuale Strada Statale n. 456 "del Turchino") poiché fu proprio in quell'occasione che venne realizzata la nuova strada per Belforte. In precedenza, per secoli, i collegamenti da e per Belforte con Ovada erano espletati, anche qui, tramite un guado sullo Stura in località "Pizzo di Gallo" (Credit: Accademia Urbense).

Si trattava di un ponte in muratura molto ben realizzato che, però, non resistette alla piena del torrente del 7 Ottobre 1977, che lo abbatté. Ecco quel che ne rimaneva nei giorni seguenti (Credit: Accademia Urbense):

Poiché tale ponte forniva l'accesso al casello ovadese dell'allora appena ultimata Autostrada A26, fu dapprima sostituito da un guado (Credit: Ennio Sacca):

Un paio d'anni dopo fu infine costruito il nuovo ponte, attualmente in esercizio:

5 - Il Ponte ferroviario "della Veneta"
Questo ponte deve la sua denominazione popolare alla "Società Veneta per le imprese e costruzioni pubbliche", che tra il 1906 ed il 1907 realizzò la ferrovia Alessandria-Ovada, di cui fa parte (Cartolina dell'epoca).

Realizzato in muratura di mattoni pieni, massiccio ed imponente come ogni viadotto ferroviario che si rispetti, composto da ben 15 arcate e lungo 280,45 metri, esso scavalca il torrente Orba nella località denominata "Orti". Come tutti gli altri ponti sull'Orba, anch'esso fu interessato dalla furiosa ondata di piena del 13 Agosto 1935 ma, grazie alla sua solidissima struttura ed al fatto che l'ondata lo investì longitudinalmente anziché trasversalmente, resistette egregiamente ed i danni riportati furono molto ridotti.
Tuttora in esercizio e da qualche anno rinforzato nei pilastri di sostegno, esso viene percorso, più volte al giorno, da lunghi convogli merci diretti al (e provenienti dal) Porto di Genova.
