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Morto un Papa, se ne fa un altro

di Federico Borsari - 16 Maggio 2025


Il nuovo Pontefice, Papa Leone Decimoquarto, al secolo Cardinale di Santa Romana Chiesa Robert Francis Prevost, duecentosessantasettesimo Pontefice, primo Papa statunitense nella storia della Chiesa Cattolica ed eletto alle ore 18:08 del giorno 8 Maggio scorso, è nato a Chicago (Illinois, U.S.A.) il 14 Settembre 1955 ed è più "vecchio" di chi scrive di soli quaranta giorni. Già questa particolarità ce lo rende simpatico; per il resto si vedrà.
Ovviamente, non è per celebrare affinità di "leva" con il Papa che scriviamo questo articolo. Il motivo per cui affrontiamo questa trattazione sta in questa immagine (Credit: Vatican Media):

Elezione Papa

Rosario e Smartphone. Questa è la Chiesa (Cattolica, ma non solo) di oggi, che ad una tradizione bimillenaria affianca la più attuale tecnologia.
In effetti, il Conclave appena concluso è stato, a tutti gli effetti, il primo dell'epoca social, il tempo in cui tutto ciò che accade viene squadernato in realtime in tutti gli angoli dell'Orbe Terracqueo. E chi ha potuto seguire in diretta la cronaca di quel tardo pomeriggio romano, non ha potuto fare a meno di vedere, dietro all'impressionante schieramento di telefonini, macchine fotografiche, cineprese e telecamere, la tremenda "fame" che questo disastrato (e, per molti versi, disastroso) Mondo ha di una figura che, santa o meno, possa dare un riferimento ed una speranza a tutti, nessuno escluso.
Durante tutto il periodo intercorso tra la dipartita di Papa Francesco (sarebbe stato Francesco Primo, ma in caso di prima volta di assunzione di un nome da parte di un Pontefice non si deve citare il numero ordinale) e la nomina di Leone Decimoquarto, abbiamo avuto modo di ascoltare, nei media, una miriade di "vaticanisti", più o meno improvvisati, che ci hanno illustrato per filo e per segno (anche con clamorose sviste), lo svolgimento del Conclave. Personalmente non abbiamo una cultura "vaticanista", ma il fatto di aver frequentato, nei decenni scorsi, l'ambiente musicale vaticano grazie ad alcune figure di primo piano (James Edward Goettsche, statunitense ed organista della Basilica di San Pietro, e Juan Paradell-Solé, catalano ed organista della Cappella Musicale Sistina), qualche cosetta la sappiamo. Ed allora... cos'è e come si svolge il Conclave?

Chi è il Papa?

Abbiamo già accennato alla figura del Pontefice (dal Latino Pontifex, cioè "costruttore di ponti") in un vecchio articolo dedicato all'araldica ecclesiastica. Ricorderemo qui che il Papa è, per così dire, tre volte Re ed i suoi "regni" sono: Padre dei Re e dei Principi (supremazia sui "regnanti" del Mondo), Rettore del Mondo (attività di facilitazione, tramite la costruzione di "ponti" diplomatici, dei rapporti tra i vari Stati) e Vicario di Cristo in Terra come Capo della Chiesa Cattolica.
Bisogna sottolineare il fatto che quest'ultimo "regno" non gli è attribuito come Papa, ma dal fatto di essere Vescovo di Roma ed è per questo motivo che la Chiesa Cattolica viene ufficialmente denominata Santa Romana Chiesa.
A questi tre "regni" si aggiunge poi il quarto, cioè il fatto di essere a capo di un vero e proprio Stato (Stato della Città del Vaticano). Sotto questo aspetto, il Papa è uno dei pochi Sovrani Assoluti rimasti nel Mondo. Nella sua persona, egli comprende tutti e tre i poteri di governo: legislativo, esecutivo e giudiziario. E' per questo motivo che quando il Papa visita un qualsiasi Stato Estero (Italia compresa) gli sono dovuti gli onori (civili e militari) riservati ai Capi di Stato.
Il Papa, come Monarca Assoluto, emana le disposizioni che regolano la vita e l'attività del suo Stato. Queste disposizioni, che equivalgono alle nostre Leggi, sono definite Codici (o Costituzioni Apostoliche) ed i vari articoli che le compongono sono denominati Canoni.
Tecnicamente il Papa, come Sovrano Assoluto, non ha bisogno di organi legislativi (Parlamenti, assemblee e simili) e può emanare Codici e Costituzioni senza consultare nessuno. In effetti egli si avvale di alcuni organi comunitari consultivi (Collegio Cardinalizio, Assemblea dei Vescovi) per approfondire le problematiche e per ricevere suggerimenti e consigli. In ogni caso, la firma in calce ai Codici e/o Costituzioni è sempre e solo la sua.
Come tutte le figure ecclesiastiche, anche il Pontefice ha diritto ad un appellativo, l'unico che fa riferimento alla santità. Infatti, rivolgendosi a lui, bisogna chiamarlo "Santità" oppure "Santo Padre".

Una curiosità della Storia dei Papi (e della Chiesa) sono stati, molti secoli fa, i cosidetti AntiPapi. Essi non furono, come si pensa, degli "eretici", bensì derivavano da dispute di tipo amministrativo-politico.
Fondamentalmente, un Antipapa aveva origine quando una qualche Autorità, sia civile (Imperatori, Principi, ecc.) che religiosa (principalmente gruppi di Vescovi), non si trovava in accordo con il Papa eletto dai Cardinali Romani e "nominava" come Papa un personaggio di suo gradimento. Un altro motivo per cui si creavano gli Antipapi erano i vari "scismi" (separazioni), tra cui storicamente importanti quello della Chiesa Anglicana e lo Scisma d'Occidente (detto anche Scisma di Avignone).
Senza dilungarci in vicende che esulano dall'argomento di questa trattazione, nella Storia della Chiesa Cattolica, tra il 217 ed il 1439, ci furono quarantuno Antipapi.
Ancora oggi, mutatis mutandis, ci sono nel Mondo un paio di realtà che, tecnicamente, possono essere definite come "Antipapi". La prima è la già citata Chiesa Anglicana, che viene considerata dalla Chiesa Cattolica come una "Comunità Ecclesiale Separata", che dai tempi di Enrico VIII non riconosce come suo Capo il Papa Romano ma, bensì, il Re d'Inghilterra.
La seconda è l'Associazione Patriottica Cattolica Cinese, che dal 1957, in accordo con il Governo della Repubblica Popolare Cinese, nomina i suoi Vescovi. Il fatto che dal 1951 non esistano relazioni diplomatiche ufficiali tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese ha finora impedito che i vari tentativi di "conciliazione" intrapresi da vari Pontefici (Benedetto XVI e Francesco) addivenissero a risultati concreti. Il cosidetto "Dossier Cina" sarà sicuramente uno dei più difficili e "delicati" da trattare per il nuovo Pontefice Leone XIV.

I Cardinali

I Cardinali, per i quali è obbligatorio l'appellativo di Eminenza, sono una figura particolare nella gerarchia della Chiesa Cattolica e che esula dalle cariche pastorali. Essi appartengono al Collegio Cardinalizio, il quale è suddiviso in tre Ordini: quello Episcopale, quello Presbiteriale e quello Diaconale. Da ciò si deduce che possono ricevere la nomina i Diaconi, i Sacerdoti ed i Vescovi. La nomina dei Cardinali, che viene effettuata dal Papa, avviene nei confronti di coloro che si siano "in modo eminente distinti per dottrina, costumi, pietà e prudenza nel disbrigo degli affari". La procedura di nomina e le prerogative dei Cardinali sono stabilite dal Codice di Diritto Canonico Latino del 1983 (Canoni dal 349 al 359). Il Collegio Cardinalizio, quando si riunisce alla presenza del Papa, prende il nome di Concistoro.
La parola "Cardinale" deriva dal Latino Cardo, cioè "Cardine", inteso come punto di appoggio su cui ruota la gestione della Chiesa. L'origine dei Cardinali è antichissima e risale ai primi secoli della Chiesa. A quei tempi i Cardinali erano i sacerdoti che reggevano le varie chiese della città di Roma; con il tempo vennero inclusi dapprima anche i Vescovi delle Diocesi limitrofe alla città e, poi, gli altri.
La storia dei Cardinali è assai lunga e complessa; nel corso di oltre duemila anni è stata soggetta ad avvenimenti che portarono a periodi molto difficili, complessi, controversi ed anche assai turbolenti. In ogni caso, fu a partire dall'undicesimo secolo che venne stabilito che ad eleggere il Papa fossero, appunto, i Cardinali.
Per diversi secoli ad essere nominati Cardinali furono anche uomini che non erano religiosi (era sufficiente essere battezzati e, ovviamente, di saldi e specchiati principi cattolici); questa procedura solitamente riguardava esponenti delle grandi famiglie della Nobiltà Romana vicina al Papato, quella che oggi viene definita "Nobiltà Nera" dal colore degli abiti di rappresentanza e che, negli ultimi sei decenni (dopo la morte di Pio Duodecimo), si è via via schierata su posizioni conservatrici di carattere radicale. Tra il XVI ed il XVIII secolo, in effetti, fu normale che i vari Papi, eletti dal voto di Cardinali appartenenti alla Nobiltà Romana ed anch'essi ad essa appartenenti, elevassero alla Dignità Cardinalizia vari parenti, nella maggioranza dei casi loro nipoti (e, talvolta, anche i figli), dando così origine al fenomeno denominato Nepotismo, che ancora oggi nel linguaggio politico sta a significare il circondarsi di persone legate da vincoli di parentela e, ovviamente, riveste un significato assolutamente negativo. A partire dal XIX secolo questo fenomeno si ridusse fino a che, nel 1918, fu Papa Benedetto Decimoquinto a decretarne la fine.
Il sopracitato Codice di Diritto Canonico, che è stato ulteriormente modificato da diversi Pontefici negli ultimi decenni, stabilisce anche il numero dei Cardinali "elettori", cioè di quelli che partecipano all'elezione del Papa. Il numero attuale sarebbe stabilito in centoventi, ma recentemente, sia Giovanni Paolo II che Francesco hanno decretato deroghe al numero massimo. Rimane però fermo il Canone che stabilisce che al Conclave possono partecipare solo i Cardinali con età inferiore agli ottant'anni.
Ad oggi, il numero complessivo dei Cardinali nel Mondo è di duecentocinquantadue mentre i Cardinali elettori sono centotrentasei. All'ultimo Conclave del Maggio di quest'anno hanno partecipato centotrentaquattro elettori (sono stati esclusi il Cardinale Giovanni Angelo Becciu per rinuncia ed il Cardinale John Njue per malattia).

Una particolarità importante in merito all'elezione del Pontefice è che, come abbiamo detto, possono essere eletti non solo i Vescovi, ma anche i Sacerdoti ed i Diaconi ma, abbiamo anche detto, il Papa è principalmente il Vescovo di Roma. Cosa succede, quindi, se viene eletto un Sacerdote o un Diacono?
E' una possibilità tutt'altro che remota, ed infatti il Canone 355 del citato Codice di Diritto Canonico prevede anche cosa fare in tale eventualità: "Spetta al Cardinale Decano ordinare Vescovo il Romano Pontefice eletto, qualora non fosse ordinato". Come funziona? Semplice. Immediatamente dopo l'atto di accettazione dell'elezione da parte del nuovo Papa, egli viene consacrato Vescovo, lì nella Cappella Sistina, alla presenza di tutti i Cardinali Elettori. Per fare un esempio, all'ultimo conclave i Cardinali Vescovi erano solamente quattro (Parolin, Filoni, Tagle ed il poi eletto Prevost). Qualora fosse stato eletto uno degli altri (ad esempio il "papabilissimo" Pizzaballa, oppure l'altrettanto papabile Zuppi), avrebbe dovuto essere consacrato Vescovo prima di entrare in carica.

Il Pre-Conclave: La Sede Vacante

Tutte le procedure che portano all'elezione di un nuovo Pontefice sono stabilite dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, emanata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996.
Alla morte di un Papa viene dichiarata la cosidetta Sede Vacante, che va a definire il periodo di tempo intercorrente tra il decesso di un Pontefice e la nomina del suo successore. E' un periodo di tempo importante per la Chiesa Cattolica, che lo celebra mediante l'emissione di un apposito francobollo (o annullo speciale) da parte delle Poste Vaticane e dall'esposizione, al posto dello stemma del Papa, di un apposito simbolo:

Elezione Papa

Araldicamente, si tratta delle chiavi di San Pietro decussate (incrociate e legate di rosso), una d'oro ed una d'argento, sormontate da una specie di ombrello, che in Araldica si chiama Basilica, con pannelli e falde colorati alternativamente in Oro e Rosso, che sono i colori della Città di Roma.

A proposito di Sede Vacante, una curiosità. Tra le varie correnti dei Cattolici Tradizionalisti più "agguerrite" (e sono davvero tante) ci sono anche i cosidetti Sedevacantisti. Costoro considerano il Concilio Vaticano Secondo (indetto da Giovanni Vigesimoterzo e concluso da Paolo Sesto) come una vera e propria "eresia". Pertanto, per costoro, tutti i Pontefici successivi a Pio Duodecimo sono "eretici" e, quindi, non legittimati a sedere sul Trono di Pietro. Per questa corrente ultra-tradizionalista, quindi, il Vaticano sarebbe in Sede Vacante dall' 8 Ottobre 1958, giorno della morte di Pio XII, cioè da sessantasette anni.
Oggi, dopo ben sette Papi succedutisi e vista l'evoluzione della Società da allora, tali posizioni risultano non solo anacronistiche, ma anche ridicole. In effetti, però, ancora oggi esistono diverse famiglie romane appartenenti a quella "Nobiltà Nera" di cui abbiamo già parlato, che anche in occasione dell'elezione di Leone XIV hanno riunito presso le loro dimore romane diversi cardinali (uno di essi è Raymond Leo Burke, statunitense) ed autorevoli esponenti delle correnti più tradizionaliste per cercare di indirizzare, in qualche modo, le preferenze verso un nuovo Pontefice più "conservatore". Anche questa volta, i risultati del Conclave hanno dato loro torto.

Il Pre-Conclave: I Novendiali e le Congregazioni

la Liturgia dei Novendiali ha origini precedenti alla Storia della Chiesa, che l'ha "ripresa" dal rituale degli antichi Romani che prevedeva, alla morte di una persona, nove giorni di lutto che si concludevano con un banchetto in onore e memoria del defunto.
I Novendiali per la morte di un Pontefice si svolgono, appunto, durante nove giorni a partire dalla data delle esequie (primo giorno). Nei giorni seguenti, ogni giorno si svolge una Celebrazione Eucaristica particolare "dedicata" a gruppi specifici di persone secondo un Canone precisamente definito (dipendenti e fedeli della Città del Vaticano, Capitoli delle Basiliche Papali, Curia Romana, Chiese Orientali, ecc.).
Subito dopo la dipartita del Papa, tutti i Cardinali (elettori e non elettori) del Mondo vengono chiamati a Roma per partecipare alle Congregazioni Generali, che sono riunioni giornaliere (tenute solitamente al mattino) in cui i Cardinali presenti discutono di vari argomenti. I Cardinali partecipano alle Congregazioni dal momento in cui arrivano a Roma.
Solitamente nelle prime riunioni a cui sono presenti pochi Cardinali, vengono determinate le procedure "logistiche" come la data dei funerali del Papa, le modalità di svolgimento e viene fissata la data di inizio del Conclave, che per disposizione specifica deve iniziare tra i quindici ed i venti giorni dalla morte del Papa. Il recente Conclave 2025 è iniziato il sedicesimo giorno.
Mano a mano che i Cardinali raggiungono Roma, nelle Congregazioni Generali vengono affrontati e discussi argomenti più specificatamente riguardanti il governo della Chiesa, la sua presenza nel Mondo, le necessità a cui deve fare fronte, il suo atteggiamento nei confronti della situazione mondiale e, ovviamente, si discute sui requisiti che la figura del nuovo Pontefice dovrà avere per guidare la barca di Pietro.
Durante il Pre-Conclave di quest'anno 2025 si sono svolte dodici Congregazioni Generali che sono servite, inoltre, a favorire la conoscenza tra molti Cardinali che, essendo stati nominati molto recentemente da Papa Francesco, non avevano mai partecipato ad una Congregazione.
Il fatto che durante le Congregazioni tra i Cardinali si prendano accordi e si creino "gruppi" a favore di questo o quel "papabile" viene sempre ufficialmente e decisamente smentito, così come le "voci" che trapelano (e che spesso vengono appositamente fatte pervenire ai giornalisti che le rilanciano sui media) circa l'esistenza di "favoriti" all'elezione si sono sempre rivelate, fino ad oggi, false, tant'è vero che anche in quest'ultimo Conclave si è attuata la voce popolare secondo cui "chi entra Papa in Conclave, ne esce Cardinale".

La Cappella Sistina

Tutti conosciamo, anche solo per averla vista in foto, la Cappella Sistina, che è il luogo dove stabilmente, a partire dal 1878 quando venne eletto Leone Decimoterzo, si tiene il Conclave (da allora ad oggi se ne sono svolti altri undici). Anche prima di allora (a partire dal 1492 con l'elezione di Alessandro Sesto) la Cappella Sistina era il luogo deputato all'elezione del Papa, ma per motivi diversi, sovente dettati dagli eventi e dalle contingenze storiche, molto spesso il Conclave si svolgeva in luoghi differenti, solitamente dove era morto il Papa oppure dove in quel momento era stabilita la Sede Papale.
La tradizione vuole che il primo Conclave vero e proprio, cioè con i Cardinali "chiusi a chiave" ed isolati dal Mondo esterno, sia stato quello di Viterbo, che durò oltre due anni, dal 1268 al 1271. Si dice che gli abitanti della città, stanchi e stufi del "ritardo", abbiano dapprima "chiuso dentro" al Palazzo Papale i Cardinali, abbiano loro "tagliato i viveri" ed infine abbiano anche tolto le tegole del tetto per fare in modo che "piovesse dentro" alla sala.
Bisogna dire, a questo proposito, che il caso di Viterbo non fu il primo in cui l'elezione del Pontefice avvenne a porte chiuse. A Perugia ne rivendicano la primogenitura per il Conclave che lì si svolse nel 1216 ma, storicamente, il primo caso di Cardinali "isolati" dall'esterno si verificò nel 1118 quando, nel Monastero di San Sebastiano al Palatino di Roma, venne eletto il Papa Gelasio Secondo.
La Cappella Sistina, nonostante sia inserita nell'itinerario di visita dei Musei Vaticani, è una vera e propria chiesa regolarmente officiata. Quando in essa si svolgono le celebrazioni liturgiche (o, appunto, il Conclave) ne viene vietato l'accesso ai visitatori. Per lo stesso motivo, in teoria, al suo interno sarebbero vietate fotografie e riprese filmate, divieto, ovviamente, ampiamente disatteso.
Personalmente abbiamo avuto modo di visitare la Cappella Sistina sia prima che dopo i restauri degli Anni Ottanta del secolo scorso e, bisogna dire, oggi ci si trova di fronte, praticamente, ad un'altra Cappella Sistina. I restauri hanno permesso di rimuovere lo strato di sporco ed unto depositatosi nel corso dei secoli e causato dal fumo delle candele. L'apparizione di colori stupendamente vivi e di particolarità fino ad allora nascoste, ha costretto gli studiosi a riscrivere da capo tutti i testi di Storia dell'Arte che ne parlavano.

La Cappella fu realizzata, utilizzando alcune parti rimaste di una precedente struttura, tra il 1477 ed il 1483; fu voluta dal Pontefice Sisto Quarto (da cui prende il nome) ed è dedicata, come la nostra Parrocchia di Ovada, alla Vergine Nostra Signora Assunta.
Già fin dall'origine, le decorazioni pittoriche furono strutturate su tre "fascie", che nel corso dei secoli videro avvicendarsi le opere di numerosi artisti (Perugino, Ghirlandaio, Signorelli, Della Gatta, ecc.). Dopo diverse vicende, che comportarono anche un paio di consolidamenti statici della struttura, nel 1506 fu il Pontefice Giulio Secondo che decise di affidare a Michelangelo (Buonarroti) il rifacimento delle decorazioni della volta, che ebbe luogo dal 1508 al 1512. Dopo ulteriori lavori di consolidamento, nel 1533 fu il Papa Clemente Settimo ad affidare, ancora a Michelangelo, la realizzazione dell'affresco della parete di fondo, il famoso Giudizio Universale, per la realizzazione del quale Michelangelo fece "otturare" le due finestre che si aprivano sulla parete. I lavori durarono dal 1536 (nel frattempo era morto Clemente VII ed era stato eletto Paolo III) al 1541 e subito dopo l'ultimazione sorse la storica disputa che vide diversi Cardinali contestare al pittore il fatto di aver rappresentato i corpi umani completamente nudi, accusandolo di oscenità in un luogo sacro. La disputa si protrasse per diverso tempo ed il Papa, che avrebbe dovuto dirimerla, non si pronunciava. Fu necessario attendere la morte di Michelangelo (1564) per decidere di "coprire" le parti incriminate dipingendovi sopra dei panneggi, che furono subito denominati "braghe". Il pittore Daniele da Volterra, che era stato un allievo di Michelangelo, fu incaricato dell'esecuzione del lavoro e per questo motivo (aver "messo le braghe" ai personaggi del Giudizio Universale) si beccò il soprannome (per cui è conosciuto ancora oggi) di il Braghettone.
Solitamente i visitatori entrano nella Cappella Sistina dalla porta situata alla destra della parete di fondo. Appena entrati si viene subito colpiti dagli affreschi della volta ma è solo girandosi che ci si trova di fronte al colossale affresco che, ogni volta, lascia ammirati e meravigliati.
La porta alla sinistra dell'altare conduce, invece, alla Sacrestia della Cappella, sacrestia che, durante i Conclavi, prende il nome di Stanza delle Lacrime poiché è in questa stanza che il neo eletto Pontefice effettua la sua prima vestizione da Pontefice. Ma di questo parleremo dopo.

La Cappella Sistina è di pianta rettangolare (o, come si dice, "basilicale", con riferimento alle basiliche dell'antica Roma) e le sue dimensioni -pare- sarebbero le stesse di quelle dell'antico Tempio di Salomone a Gerusalemme. E' divisa in due parti, quella più ampia, destinata al Clero (lato Giudizio Universale) e quella destinata ai fedeli (lato ingresso principale, dove c'è la famosa porta che durante i Conclavi viene chiusa dopo l'annuncio dell'Extra Omnes). In questa parte, sulla destra entrando dalla porta principale, è sistemato l'organo (costruito nel 2002 dall'organaro elvetico Mathis su progetto del Maestro James Edward Goettsche, organista titolare della Basilica di San Pietro) e lo spazio riservato ai componenti della Cappella Musicale Pontificia Sistina, che accompagna con il canto le celebrazioni liturgiche del Pontefice.

Pre-Conclave: Allestimento della Cappella Sistina

In occasione dei Conclavi, la Cappella Sistina viene chiusa alle visite e viene adeguatamente preparata mediante appositi allestimenti che riguardano la parte più ampia, quella dove si trova l'altare ed il Giudizio Universale.
Viene allestito un pavimento sopraelevato in legno, ricoperto da moquette, su cui vengono sistemati dodici lunghi tavoli a cui siedono i Cardinali. Vengono installate due stufe collegate allo stesso camino (in una si bruciano le schede; dall'altra partono le "fumate") e si appronta l'urna, che viene posata sull'altare.
Per l'approntamento della Cappella vengono impiegati una sessantina di tecnici e maestranze altamente specializzate alle dipendenze del Settore Infrastrutture e Servizi del Governatorato Vaticano. Ad esse si aggiungono una trentina di tecnici dipendenti di ditte specializzate esterne che devono garantire il corretto funzionamento di tutti i servizi necessari; tra essi elettricisti, ascensoristi ed anche... un "caldaista", che ha lo specifico e preciso compito di garantire il perfetto funzionamento delle stufe.
A questo proposito una curiosità. Le stufe che vengono installate nella Cappella Sistina per "fare le fumate" bianche o nere (il colore è determinato da appositi additivi chimici) vengono attivate elettronicamente "da remoto" dopo che vi sono state inserite le schede da bruciare. Di questa attivazione è incaricato, appunto, il "caldaista", che attende presso un locale attiguo separato il segnale del Cardinale Camerlengo per "accendere le stufe".
Inutile dire che tutti i tecnici che garantiscono il funzionamento dei servizi, durante il Conclave non possono utilizzare i telefoni cellulari, devono rimanere -giorno e notte- all'interno del Vaticano e non possono avere alcun contatto con l'esterno, neppure con i propri famigliari. Inoltre, qualora, per qualsiasi motivo, essi dovessero entrare in contatto, anche fortuito, con qualche Cardinale, non devono in alcun modo parlare nè comunicare con lui.
Le necessità di assoluta segretezza e completo isolamento dei Cardinali durante il Conclave, se nei tempi passati poteva essere assicurata con pochi accorgimenti, oggi, con l'avvento di dispositivi di "spionaggio" telematici, elettronici ed informatici altamente sofisticati deve essere garantita con adeguate contromisure. Se pensiamo al massiccio attuale utilizzo dei droni, oppure al fatto che alcuni tipi di satelliti militari (statunitensi, russi, cinesi, ecc.) orbitanti intorno alla Terra sono in grado di vedere con precisione cosa facciamo (e talvolta ascoltare anche cosa diciamo) all'interno delle nostre case, la sicurezza del Conclave deve essere assicurata in modo totale.
A tale scopo, da qualche anno, la Cappella Sistina e tutti i locali ad essa connessi sono stati dotati di schermature e di "Gabbie di Faraday" (sistemate nell'intercapedine tra i muri interni e quelli esterni e tra la volta ed il tetto) che impediscono a qualsiasi tipo di onde radio di raggiungere l'interno. Allo stesso modo vengono "schermate" tutte le finestre.
QUI trovate un video dei lavori di allestimento. Qui sotto, invece (Credits: Vatican News/Vatican Media), potete vedere la Cappella Sistina pronta per il recente Conclave 2025:



Pre-Conclave: dove alloggiano i Cardinali elettori

Mentre i Cardinali non elettori possono alloggiare dove desiderano (solitamente in Istituti Religiosi di Roma), i Cardinali elettori DEVONO alloggiare all'interno del Vaticano.
Nell'antichità i Cardinali erano pochi e venivano alloggiati in alcune stanze del Palazzo Apostolico. La sistemazione era abbastanza spartana; si trattava di stanze quasi-monastiche e spesso senza servizi igienici.
Con l'aumento del numero degli elettori e con il mutare delle esigenze di ospitalità, a partire dal 1996, per volere del Pontefice Giovanni Paolo II, ad ospitare i Cardinali elettori è la Domus Sanctæ Marthæ (Casa di Santa Marta) dove, peraltro, ha abitato per tutta la durata del suo pontificato Papa Francesco, dapprima occupando una Suite e, in seguito, l'intero secondo piano.
Strutturata su cinque piani, la Domus mette a disposizione 105 Suites e 26 Camere singole, a cui si aggiunge una cappella, diversi saloni per le riunioni, una grande sala da pranzo e locali di servizio. Nella Casa operano una cinquantina di persone tra religiose (una decina di suore) ed inservienti.
Solitamente adibita all'ospitalità dei personaggi che soggiornano in Vaticano per motivi di lavoro (Cardinali, Vescovi, Monsignori), durante il Conclave diventa la residenza dei Cardinali elettori e, come tale, viene sottoposta alle stesse misure di protezione che abbiamo già illustrato per la Cappella Sistina.
La cucina della Casa, in quel periodo, provvede a fornire ai Cardinali i pasti secondo un menù codificato e strutturato in modo da non creare problemi di salute e garantire il benessere psico-fisico. Vengono serviti piatti semplici: pasta o riso in bianco, carni bianche o pesce, verdura e frutta di stagione. Niente dolci. Si beve acqua naturale; ogni tanto è consentito un mezzo bicchiere di vino, sono vietati i superalcoolici. Per i Cardinali con esigenze particolari per motivi di salute vengono predisposti menù personalizzati.
La massima sobrietà dei pasti serviti a Santa Marta ha portato il Cardinale di New York, Timothy Dolan, ad affermare scherzosamente che essa è uno dei motivi principali per cui bisogna fare presto ad eleggere il nuovo Papa.
In occasione dell'ultimo Conclave, a causa del grande numero di Cardinali elettori (Papa Francesco ne ha nominati ben centootto), alcuni Cardinali hanno dovuto essere ospitati in altre strutture all'interno del Vaticano come, ad esempio, il Collegio Teutonico. Anche per queste strutture si sono dovute attuare le misure di protezione a garanzia del segreto e della riservatezza.

Conclave: Missa pro eligendo Romano Pontefice - "Extra Omnes"

Le regole di svolgimento del Conclave sono fissate dalla già citata Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis e, con una curiosa contraddizione in termini, il Conclave si "apre" con la celebrazione della Missa pro eligendo Romano Pontefice, che viene celebrata nella Basilica di San Pietro (oppure nell'antistante omonima piazza). Curiosamente, molti commentatori e/o giornalisti (anche Sacerdoti) da qualche tempo tendono ad eliminare la parola "Romano", giustificando tale scelta con la teoria che tale attributo sarebbe "limitativo e discriminatorio" rispetto al concetto di universalità della Chiesa Cattolica. Questo atteggiamento, che dimostra una notevole ignoranza sia della Dottrina che della Semantica, è sbagliato poiché, a parte il fatto che la parola "Cattolico" significa -appunto- "Universale", come abbiamo già detto, la Chiesa Cattolica è tale per il fatto che il Papa è il Vescovo di Roma.
La celebrazione si svolge, solitamente, la mattina. Nel pomeriggio i Cardinali si trasferiscono presso la Cappella Paolina (vicina alla Cappella Sistina) per un momento di preghiera comune, dopodiché si recano, in forma processionale, alla Cappella Sistina. Durante il brevissimo tragitto vengono cantate le Litanie dei Santi e, una volta che ogni Cardinale ha raggiunto il suo posto, viene cantato l'Inno Veni Creator Spiritus, che invoca la discesa dello Spirito Santo sull'assemblea, inno cantato insieme alla Cappella Musicale Sistina ed accompagnato dal suono dell'organo.
A questo punto viene declamato il giuramento, diviso in due parti. La prima parte, più lunga, viene recitata da tutti i Cardinali insieme; la seconda parte, molto breve, viene declamata da ogni singolo Cardinale che, raggiunto l'Evangeliario (leggìo su sui è aperto il Vangelo), pronuncia la seguente frase: "Et ego (pronuncia il nome), Cardinalis (pronuncia il cognome) spòndeo, vòveo ac iuro" e poi, posando la mano destra sul Vangelo, recita: "Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quæ manu mea tango".
Durante l'ultimo recente Conclave, non si è potuto fare a meno di notare, da parte della maggioranza dei Cardinali, una ben scarsa conoscenza della lingua Latina (a parte pochissimi casi, quasi tutti hanno pronunciato le parole "spòndeo" e "vòveo" con l'accento sbagliato sulla "e" invece che sulla "o"). Gli osservatori più "esperti" hanno stabilito che la miglior pronuncia del giuramento è stata fatta dal Cardinale Pizzaballa di Gerusalemme.
Subito dopo che l'ultimo Cardinale ha concluso il giuramento, il Maestro per le Celebrazioni Pontificie (attualmente Mons. Diego Giovanni Ravelli, Arcivescovo di Recanati) impone il famoso "Extra Omnes" (Tutti fuori!). Tutte le persone "estranee" al Conclave lasciano la Cappella Sistina e viene chiusa a chiave la porta. Inizia a questo punto il vero e proprio "Conclave".

Per "alleggerire" un attimo la trattazione, vi proponiamo qui di seguito il famoso "sketch" in cui il noto comico romano Carlo Verdone interpreta, in una bonaria parodia, il famoso Padre Severino, che svela all'intervistatore (Renzo Arbore) tutti i segreti del Conclave:



Conclave: Le votazioni

Le votazioni per l'elezione del nuovo Pontefice si chiamamo Scrutinia e si svolgono secondo una prassi rigidamente codificata.
Il primo giorno, dopo la proclamazione dell' Extra Omnes, viene dapprima tenuta una "meditazione" ai Cardinali da parte di un predicatore. Lo scorso Conclave, la meditazione è stata tenuta dal Cardinale non elettore Raniero Cantalamessa, Frate Cappuccino novantenne. Si dice che il ritardo nella "fumata" del primo giorno sia stata dovuta all'eccessiva lunghezza della sua meditazione (oltre due ore).
A meno che il Papa venga eletto alla prima votazione (caso rarissimo), nei giorni seguenti si tengono due votazioni alla mattina ed altrettante nel pomeriggio. Se non viene eletto il Papa, sono previste due fumate al giorno, al termine del secondo (tarda mattinata) e del quarto scrutinio (tardo pomeriggio). In caso di avvenuta elezione, la fumata bianca si fa subito.
Ogni Scrutinium segue una procedura divisa in tre fasi:

Antescrutinium
Come prima cosa il Cardinale Diacono ultimo della lista estrae a sorte, tramite palline di legno numerate, tre scrutatori, tre revisori ed i tre eventuali Infirmarii (i Cardinali che devono recarsi a Casa Santa Marta per raccogliere il voto dei Cardinali impossibilitati a recarsi in Cappella Sistina. Nell'ultimo Conclave non è stato necessario).
Ad ogni Cardinale, poi, viene consegnata la scheda per la votazione, sulla quale è scritto il testo "Eligo in Summum Pontificem...", sotto il quale i Cardinali devono scrivere, con calligrafia ben leggibile ma NON riconoscibile, il nome del prescelto.

Scrutinium vere proprieque
Espresso il voto, ogni Cardinale deve piegare in due la scheda e, tenendola in mano ben visibile con il braccio alzato, la deve andare a porre nell'apposita urna che si trova sull'altare della Cappella. Prima di deporre la scheda, il Cardinale deve recitare un ulteriore giuramento: "Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem secundum Deum iudico eligi debere", dopodiché torna al suo posto.
Quando tutti i Cardinali hanno votato, gli scrutatori provvedono ad agitare l'urna per mescolare le schede e, prima di aprirle, le contano. Se il numero è differente dal numero dei votanti, la votazione è annullata e le schede vengono subito inserite nella stufa. Non sono previste le "astensioni" né le "schede bianche". In caso di votazione valida, si passa alla terza fase.

Postscrutinium
In questa fase, la più delicata, i tre scrutatori aprono le schede una ad una. I primi due leggono il nome senza parlare. Il terzo pronuncia ad alta voce il nome del votato, dopodichè "infilza" la scheda con un ago e del filo di seta rosso per segnare la scheda come scrutinata e per raccoglierla insieme a tutte le altre, formandone un pacchetto che al termine verrà poi legato con lo stesso filo rosso e gettato nella stufa. Al termine di ogni votazione vengono bruciati, assieme alle schede, anche tutti i fogli su cui i Cardinali avessero eventualmente preso appunti.

Il cosidetto "quorum", cioè il numero minimo di voti necessari per l'elezione del Papa, è fissato nei due terzi del totale degli elettori. Quando questo caso si verifica, l'elezione viene ritenuta canonicamente valida e si procedde alla "Proclamazione" del nuovo Pontefice. Durante l'ultimo Conclave il quorum era fissato in 89 voti; secondo alcune indiscrezioni (non verificabili), pare che il Cardinale Robert Francis Prevost ne abbia ottenuti più di cento. Fumata Bianca!

La Proclamazione del nuovo Papa

Dopo che i tre Revisori hanno accertato la regolarità della votazione e dell'operato degli Scrutatori, il Primo dei Cardinali elettori (attualmente Mons. Pietro Parolin) rivolge all'eletto la domanda "Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?". Se l'eletto risponde affermativamente, gli viene chiesto il nome che desidera assumere come Pontefice. A questa domanda, nell'ultimo Conclave, il Cardinale Robert Francis Prevost ha risposto canonicamente "Vocabor Leonem Decimum Quartum".

La Vestizione e la prima Benedizione

Effettuata la Proclamazione, il neo eletto Pontefice si reca nella Sacrestia della Cappella Sistina per la prima vestizione. Questa Sacrestia è detta anche Stanza delle Lacrime poichè si suppone che il neo eletto, qui, per l'emozione e rendendosi conto del peso della nuova responsabilità, si metta a piangere.
In questa stanza sono già pronte tre talari bianche di diverse misure, complete di fascia e zucchetto (si sceglie quella più adatta alle misure del nuovo Papa), la Mozzetta Rossa, la Croce Pettorale Papale in Oro e la Stola Papale.
Una volta completata la vestizione, il Papa rientra nella Cappella Sistina e siede sulla "Cattedra" (un'ampia poltrona bianca) e vengono letti alcuni passi del Vangelo. Dopodiché tutti i Cardinali, uno alla volta, gli presentano il rituale Atto di Ossequio e di Obbedienza. Viene, infine, cantato coralmente il Te Deum di ringraziamento e, a questo punto, il Conclave viene ufficialmente "chiuso". Una Relazione sugli esiti della votazione, con l'indicazione del numero di voti ottenuti, viene chiusa in una busta e consegnata al Pontefice.

Il nuovo Papa, dopo una breve sosta di preghiera nella Cappella Paolina, si dirige infine verso la Loggia Principale della Basilica di San Pietro per apprestarsi alla sua prima apparizione ai fedeli.
Una volta che la Loggia viene aperta, è il Cardinale Protodiacono (attualmente Mons. Dominique François Joseph Mamberti, francese) che pronuncia il fatidico "Habemus Papam!", annuncia il nome del Cardinale eletto ed il nome scelto come Pontefice.
Il nuovo Papa, quindi, si affaccia alla Loggia per ricevere l'omaggio dei fedeli. In quest'occasione, canonicamente, il nuovo Pontefice non dovrebbe parlare ma, solamente, impartire la sua prima Benedizione Urbi et Orbi; a partire dall'elezione di San Giovanni Paolo Secondo (16 Ottobre 1978) è però invalso l'uso per il neo eletto di pronunciare qualche parola di saluto e/o di fare brevissimi discorsi, solitamente "a braccio". Papa Leone XIV è stato il primo che nel corso della sua prima apparizione in pubblico ha pronunciato un discorso scritto in precedenza.
Al nuovo Pontefice, oltre ai fedeli radunati nella Piazza e nelle strade vicine, rendono gli onori militari anche un picchetto della Guardia Svizzera (è l'esercito dello Stato della Città del Vaticano) con fanfara ed un Reparto Interforze dell' Esercito Italiano (con la Fanfara dei Carabinieri), tutto come da protocolli stipulati tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana in occasione del Concordato ("Patti Lateranensi") del 1929 (rivisto ed aggiornato nel 1984).
Il nuovo Pontefice, infine, impartisce la Benedizione alla Città di Roma -di cui è Vescovo- ed al Mondo, e si ritira. A tutti i fedeli che ricevono questa Benedizione, anche quelli che seguono la cerimonia attraverso radio, televisione e tutti gli altri mezzi di comunicazione, viene concessa la cosidetta Indulgenza Plenaria, cioè il perdono totale di tutti i peccati commessi.

Una curiosità sull'abbigliamento di Papa Leone XIV durante la sua prima apparizione alla Loggia di San Pietro.
Molti osservatori, specie di area tradizionalista, hanno notato come egli abbia vestito i paramenti canonici ed hanno apprezzato in modo particolare la Mozzetta rossa e la Croce Papale in Oro e Pietre Preziose (il predecessore, Francesco, indossava la Mozzetta bianca e portava sul petto una Croce di metallo).
Per la verità, Leone XIV ha, semplicemente, indossati i paramenti che sempre vengono predisposti nella Stanza delle Lacrime per i neo eletti Pontefici. In effetti, già fin dalla sua "prima uscita", privata ed avvenuta non più tardi di una mezz'ora dopo la sua apparizione alla Loggia di San Pietro, egli si è proposto con la talare bianca con fascia e zucchetto, con la mozzetta bianca e con la sua Croce Cardinalizia in metallo, esattamente come il suo predecessore. Allo stesso modo si è poi presentato (e si suppone si presenterà) in tutte le seguenti occasioni pubbliche. Per le celebrazioni liturgiche, invece, è tutta un'altra storia.

Conclusioni

Le Religioni, di qualsiasi tipo, fondamentalmente cercano di dare risposta ai quesiti esistenziali del Mondo e delle persone: "Chi siamo? Da dove veniamo? Perchè siamo qui? Dove andiamo?" e, solitamente, forniscono anche "istruzioni" sulle modalità con cui affrontare la Vita (e la Morte) e circa il modo di rapportarsi con gli altri.
La Religione Cristiana (e la Chiesa Cattolica) fornisce una cosa in più: la Redenzione, che è la possibilità di "pentirsi" dei peccati commessi e di essere "perdonati" (da Dio, per mezzo dei suoi Ministri). Questa possibilità è plasticamente rappresentata dalla figura di Simon Pietro (che divenne il Primo Successore di Cristo ed è considerato il Primo Papa della Storia). Egli fu uno dei Discepoli "prediletti" da Cristo, ma fu quello che, quando le cose si misero male, negò per tre volte di conoscerlo. Poi il gallo cantò, e Pietro si pentì del suo tradimento. Fu proprio il Cristo che, dopo la Resurrezione, gli domandò per tre volte (tante quante Pietro l'aveva rinnegato) se gli voleva bene. E fu sempre Cristo che lo "elesse" a Capo della Chiesa con la famosa frase "Tu es Petrus, et super hanc petram ædificabo Ecclesiam meam".

La Chiesa Cattolica, come tutte le altre, è formata da "uomini" (nel senso di esseri umani) che, inevitabilmente, hanno pregi, difetti, vizi e virtù e le idee (Filosofie, Religioni) camminano, si suol dire, sulle gambe degli Uomini. Questo ha fatto si che anche la Chiesa Cattolica abbia attraversato, in oltre due millenni, periodi oscuri, difficili, controversi e, talora, tragici, spesso dovuti al fatto che anche molti Vescovi, Sacerdoti, Cardinali ed anche Papi abbiano rinnegato (come fece San Pietro) la figura e gli insegnamenti di Cristo. La possibilità della Redenzione ha consentito alla Chiesa di superare, spesso anche con enorme fatica, le situazioni di difficoltà della sua storia e di arrivare fino a noi, oggi, con una caratteristica in più: la Speranza.
Tra le oltre trecentomila persone presenti, l'8 Maggio scorso, all'elezione di Papa Leone Decimoquarto c'era di tutto: Atei, Fedeli di altre Religioni e Confessioni, Agnostici e semplici curiosi oltre, ovviamente, ai Cattolici. Se si fossero potuti "contare", tra i Cattolici, quelli effettivamente "praticanti" (quelli che seguono tutti i precetti della Chiesa), probabilmente si sarebbero avute molte sorprese, ma una cosa è certa: tutti i presenti, felici ed acclamanti il nuovo Papa, erano lì con un sentimento comune, quella Speranza di cui c'è sempre più bisogno.
Ed è per questo motivo che, soprattutto oggi, quando muore un Papa, se ne fa SEMPRE un altro.
Per omnia sæcula sæculorum.